Controllare la salute degli occhi fin dai primi mesi di vita. E' questo il modo migliore per individuare precocemente eventuali problemi e anomalie della vista che in molti casi, se 'presi' in tempo, possono essere risolti. Oltre che per aiutare i più piccoli nel loro percorso di apprendimento scolastico e nella loro relazione con il mondo esterno. Ne parliamo con il dottor Giulio Leopardi, responsabile dell'unità di oculistica del Policlinico San Pietro di Ponte San Pietro e dell'attività ambulatoriale dell'unità di oculistica del Policlinico San Marco di Zingonia, strutture nelle quali sono attivi ambulatori di oftalmologia pediatrica (per prenotazioni 035.6225701-San Pietro; 035.886392- San Marco).
Dottor Leopardi, che tipo di controlli bisognerebbe fare? E con che cadenza?
Il programma di controllo dell'accrescimento della Regione Lombardia prescrive controlli agli occhi a 3 mesi, 6 mesi, 1 anno e 3 anni da parte del pediatra. Le osservazioni nei primi mesi di vita servono soprattutto alla prevenzione della cataratta congenita e di particolari neoplasie maligne (retinoblastoma, caratterizzato dal riflesso grigio della pupilla). Il bambino sviluppa capacità visiva adeguata già nei primi 15-20 giorni di vita. A quest'età l'unica possibilità di comprendere come va la vista è valutare come i suoi occhi seguano le figure note e gli stimoli luminosi (alla nascita, in alcuni ospedali particolarmente attrezzati, però è già possibile esplorare il fondo oculare). A qualche mese poi alcune osservazioni sono possibili con l'aiuto delle gocce che dilatano le pupille.
Sarà però intorno ai 2-3 anni che potremo avere una valutazione più completa, con un'iniziale collaborazione da parte del bimbo. A questa età quindi i genitori dovrebbero programmare una visita oculistica di routine per stabilire che i due occhi stiano seguendo un accrescimento costante. Si può inoltre già dare un parere circa 'l'occhio pigro' che a volte non manifesta nessun sintomo. E' possibile, con un opportuno esame condotto con l'ausilio delle gocce di collirio cicloplegico (sintomo evidente è la dilatazione della pupilla), anche stabilire se i due occhi sono uguali o presentano differenze significative. La visita oculistica dovrebbe poi essere completata dalla visita ortottica, praticata dall'Ortottista/assistente di oftalmologia, figura professionale che affianca l'Oculista ed esprime un parere circa lo sviluppo della motilità oculare, la visione dei colori e la stereopsi.
I genitori non devono comunque pretendere che a 2 – 3 anni d'età il bimbo legga i 10 decimi o dimostri distinguere chiaramente i colori o partecipi con sicurezza ai test della stereopsi (che dimostra il completo sviluppo della capacità del cervello a fondere le due immagini provenienti dai due occhi in un'unica immagine cerebrale).
Quali sono, oltre all'occhio pigro, i disturbi che si osservano più frequentemente nei bambini?
Lo strabismo, cioè la condizione nella quale i due occhi non si mantengono paralleli e guardano in due direzioni diverse e che va accuratamente ed immediatamente valutata. Un occhio infatti sviluppa una capacità visiva inferiore all'altro e, quanto più precocemente si pone rimedio con occhiali o forme di penalizzazione dell'occhio dominante, migliore sarà il recupero. Ci sono poi bambini che manifestano un continuo movimento degli occhi (nistagmo) e vanno immediatamente valutati dall'Oculista e sotto il profilo neuromotorio. Infine già nei primi mesi di vita possono manifestarsi problemi di occhi rossi oppure appiccicati da secrezione, a causa di una congiuntivite allergica o infettiva o di forme più subdole, la blefarite (infiammazione delle palpebre, di solito a causa allergica o per disturbi di digestione) o la dacriocistite, causa di infiammazioni ricorrenti per la difficoltà delle vie lacrimali a drenare le lacrime.
A proposito di allergie, come si curano nei più piccoli?
Le allergie agli occhi sono sempre più diffuse e, accompagnandosi spesso ad altre manifestazioni allergiche, vanno trattate con approccio multidisciplinare. I sintomi principali possono essere il solo bruciore oculare oppure le palpebre 'strizzate' (blefarospasmo), oltre al rossore. Spesso l'andamento delle congiuntiviti allergiche va a puntate (oltre che indipendentemente dalla terapia generale). Per questo i genitori devono diventare bravi nel dosare la terapia antibiotico-cortisonica, da praticare per qualche giorno, con antiallergici più blandi utilizzabili per periodi più lunghi, con l'aiuto di occhiali da sole e di frequenti sciacquature con banale acqua (da bandire i bagni oculari con benzalconio), magari in associazione all'instillazione di colliri naturopatici a base di erbe (camomilla, hamamelis, echinacea, malva, euphrasia, ecc.). In conclusione vorrei sottolineare che la visita oculistica deve essere affrontata dai genitori senza apprensioni. E' importante infatti che sia loro, sia l'Oculista e soprattutto l'Ortottista, creino un'atmosfera di gioco in modo che il bambino possa tirare fuori tutte le sue potenzialità in tranquillità.
I consigli per prevenire problemi
Fa male ai bambini guardare tanta televisione? E usare precocemente computer o videogiochi? Forse no, se il bambino si abitua ad osservarli ad adeguata distanza (è nota la tendenza dei più giovani ad avvicinarsi troppo al televisore o al videogioco) ma una ricerca dell'Accademia Americana di Oftalmologia sottolinea come sia osservabile una maggiore incidenza di miopia nei bambini costretti in spazi angusti, che non vivono all'aria aperta un congruo numero di ore; e quindi tornano di moda i consigli della nonna (stai lontano dal televisore, non usare troppo il computer, vai fuori a giocare, stai dritto quando leggi) tutto quanto oggi, con termini efficaci, si definisce postura e stile di vita. Sia chiaro che una ricetta sicura per evitare ai nostri bambini di portare gli occhiali per miopia od astigmatismo od ipermetropia non esiste, né si conoscono rimedi per evitare il peggioramento della miopia; però un adeguato stile di vita ed una corretta posizione aiutano anche il corretto accrescimento.
E quindi un bambino che assume strane posizioni nella lettura o nel disegnare va subito valutato dall'Oculista, per escludere che tale vizio di posizione non sia provocato da un difetto refrattivo o visivo, e dall'Ortottista, che studi il corretto funzionamento dei muscoli oculari. Poi si procederà con altri vari esami affidati ad altri specialisti di altri campi.